Antonino Salsone : Una domanda mi arroventa le cervella: ma se Tizio (che è un malfattore) ruba una cosa, questa diventa sua sol perchè ne è in provvisorio possesso?
La risposta a questa domanda - che è chiaramente retorica - è no, la cosa non è di Tizio.
E la conseguenza naturale, prima ancora che giuridica, è che Tizio (il malfattore) deve restituirla al legittimo proprietario.
Ma è qui che, come si suol dire, “casca l’asino”.
Tizio e i suoi cattivi compagni se ne fregano della verità che deriva dal diritto e dall’etica e quindi si dimenano a negarla rifugiandosi in tesi iperboliche:
Ma la verità, per fortuna, ha una sua forza intrinseca che è incontenibile e si afferma in qualsiasi animo, anche in quello di colui che la vuole negare sapendo di negarla.
Può farlo, certo, può mentire agli altri, può persino apparire credibile e ingannare provvisoriamente anche chi esercita la giurisdizione, ma non può mentire a se stesso.
Egli, infatti, sa bene qual è la verità: la cosa non è di Tizio, perchè questi l’ha rubata.
Ma ciò che piú mi inquieta non è Tizio, non è il ladro, ma sono coloro che, chissà per quale motivo, si sforzano di difenderlo e di gridare ai quattro venti che la cosa è di Tizio perchè è lui che ce l’ha in mano.
Delle due l’una: o sono ingenui, e quindi è bene che aprano gli occhi, oppure sono come Tizio e dunque ne sono complici.
Non c’è altra via.
Ma la consolazione piano piano si fa strada nel mio animo e rasserena anche il cervello: la verità prima o poi viene sempre a galla, è un fatto ineludibile e naturale.
E nessuno può fermarla.
La verità, che è impetuosa come i “torbidi torrenti” invernali di cui ha scritto Corrado Alvaro in “Gente in Aspromonte”, travolgerà certamente e per primo il ladro, ma, inesorabilmente, anche i suoi complici.
- SprayNews - Monica Macchioni