NOMINE - MAXXI MELONI : Quando la pezza e’ peggiore del buco
Non entro nel merito della concezione che la Meloni ha della donna, perché da ciò che leggo oggi e da quello che vedo da anni e’ sicuramente diversa dalla mia.
In ogni caso, so che esistono degli odontotecnici bravissimi, anzi geniali, dei dentisti altrettanto bravi con mani formidabili e che amano anche l’arte e ne hanno fatto una ragione di vita.
Mi vengono alla mente a tal proposito Ida Benucci e il marito ex chirurgo Gargari. Collezionista, gallerista e oggi uomo d’affari.
Una conoscenza delle opere d’arte superiore a molti critici e professori universitari.
Essendo però un privato che gestisce da decenni la preziosa Galleria Benucci in via del Babuino a Roma, quella di fianco al caffè Tadolini gestito dalla figlia di lei - altro museo a cielo aperto pieno zeppo delle opere in gesso del Canova, probabilmente la più grande collezione al mondo per numero di gessi e statue, quel famoso Caffè’ Tadolini che alla presenza di Matteo Salvini fece la manifestazione Tavolini verdi per protestare contro la chiusura a Roma degli spazi di plateatico esterni per bar e ristoranti del centro - forse non sarebbe stato potuto pensare di nominare il chirurgo Gargari -Benucci al Maxxi, perché sarebbe bastato il nome per ipotizzare immediatamente un conflitto di interessi rispetto al suo essere anche mercante d’arte e scopritore d’artisti.
Ma almeno, dopo decenni che Gargari non esercita più la professione medica, non opera più e lo si vede sempre col furgone da trasporto, intento a spostare quadri, allestire mostre, ci sarebbe stata una logica comprensibile al popolo.
Qual è la ratio che porta a nominare Raffaella Docimo al Maxxi al posto di Alessandro Giuli, che non era un esperto d’arte in senso stretto, a parte la fortissima amicizia con Vittorio Sgarbi, ma in quanto giornalista poteva forse rientrare nel novero degli uomini di cultura?
Forse perché a ben vederle contro luce le lastre dei pazienti, magari lavorate con un po’ di fantasia possono trasformarsi in opere d’arte?
Bisognerebbe che qualche artista spiritoso cogliesse al volo la palla al balzo così da autoproporsi per una mostra…
O forse perché i quadri antichi hanno bisogno di lastre quando si vuol comprenderne l’epoca esatta?
E magari la Docimo può suggerire qualche collega o velocizzare le pratiche data la lentezza della sanità in Italia?
Abbiamo perso la bussola.
Completamente.
Amici e parenti a parte, una cosa oggi e’ certa e difficilmente smentibile.
Abbiamo superato Dario Fo: “una risata li seppellirà!”. Chiamino la protezione civile per scavare e togliere le macerie per vedere se sotto a quei massi, qualche cervello e’ rimasto ancora vivo e vegeto.
Monica Macchioni
- SprayNews - Monica Macchioni