SCURATI, CAZZOLA : SE QUESTO E’ IL VOSTRO ANTIFASCISMO POTETE TENERVELO

21 Aprile 2024
- Di
Redazione
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Scurati?

Più passa il tempo e più ci allontaniamo dagli anni della guerra civile, più l’antifascismo diventa una sorta di iniziazione massonica.

L'opinione di Giuliano Cazzola sul caso del monologo di Scurati sulla Rai per il 25 aprile

Di Giuliano Cazzola

Per approfondire di seguito il link

Scurati? Ecco chi sono i veri fascisti oggi

" Nei programmi televisivi e sul web non si parla d’altro che della “censura” del monologo di Antonio Scurati per la ricorrenza del 25 aprile.

E ovviamente è ripartita la contumelia sulla mancata abiura del fascismo di cui sarebbe responsabile Giorgia Meloni (c’è chi sostiene di non averla mai sentita pronunciare la parola “antifascismo”).

Forse qualche conduttore illuminato potrebbe magari in una trasmissione in seconda serata incaricare un “fine dicitore” di leggere un brando di Piero Calamandrei, che fu uno dei Padri Costituenti: “Gli uomini che appartennero alla Resistenza – scrisse Calamandrei – devono far di tutto per cercare che queste mura non diventino ancora più alte, che non diventino torri di fortilizi irte di ordigni di distruzione e ricercare i valichi sotterranei attraverso i quali, in nome della Resistenza combattuta in comune, si possa far passare ancora una voce, un sussurro, un richiamo.

Quello che unisce, non quello che separa; rifiutarsi sempre di considerare un uomo meno uomo, solo perché appartiene a un’altra razza o a un’altra religione o a un altro partito”.

Sono trascorsi molti anni da quando, nel 1996, Luciano Violante nella solennità del discorso di insediamento alla presidenza della Camera affermò: “Dopo l’8 settembre anche chi andò dalla parte sbagliata e per quella idea morì, merita rispetto come le vittime della Resistenza”.

“Mi chiedo”, aggiunse, “se l’Italia di oggi, se noi, cioè, non si debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri”.

Quelle parole suscitarono dissensi e proteste, ma Violante non si è smentito.

Più di recente in mezzo allo sconcio di un dibattito insensato e strumentale, l’ex presidente della Camera dichiarò: “Liberiamoci dalla toga di giudici severi del comportamento altrui”.

Invece, più passa il tempo e più ci allontaniamo dagli anni della guerra civile, più l’antifascismo diventa una sorta di iniziazione massonica, con riti e formule da eseguire sotto l’esame dei Grandi Maestri del rito scozzese. Ogni gesto, ogni parola della persona osservata alla prova dell’antifascismo vengono valutati per avere contezza del loro impegno nella redenzione.

Tutti riconoscono che Giorgia Meloni è una persona intelligente. Per essere nostalgici del fascismo del secolo scorso bisognerebbe essere dei minorati.

Se oggi l’Italia è una potenza politica ed economica, riconosciuta nel mondo, ciò è dovuto agli esiti della Seconda guerra mondiale, agli ordinamenti internazionali che furono creati e alle alleanze contratte dai governi del dopoguerra.

Sono scelte che hanno difeso, anche, la libertà e l’agibilità politica delle formazioni neofasciste, ne hanno consentito la trasformazione politica e culturale fino alla possibilità di governare, legittimamente e col consenso, il Paese.

Giorgia Meloni non penserà mica che quel 30% dei votanti che, nel 2022, hanno fatto di FdI il primo partito nell’arco di un quinquennio, siano dei “nostalgici”?

E i Soloni dell’antifascismo (che magari da giovani hanno fatto parte di movimenti estremisti di sinistra) non crederanno mica che quegli elettori sia diventati, in un regime democratico, più fascisti di quelli costretti ad esserlo sotto la dittatura?

Meloni non può non riconoscere la vittoria e il merito di coloro che hanno combattuto dalla parte giusta, ma ha diritto di chiedere la pietas (che non significa giustificazione, anche se in quei frangenti non era facile orientarsi) per chi cadde dalla parte sbagliata.

Ricordiamoci che in Italia non venne istituito un tribunale come a Norimberga.

Il ministro della Giustizia, Palmiro Togliatti, leader indiscusso del Pci, volle chiudere quella fase fratricida attraverso un’amnistia che azzerò tutte le responsabilità di vent’anni di dittatura e di 5 anni di guerra, che lasciarono un Paese distrutto.

Hermann Goering sfuggì alla forca suicidandosi; Rodolfo Graziani era stato il comandante dell’esercito di Salò, dopo una carriera da criminale di guerra nelle campagne in Africa.

Nel 1945, l’Etiopia ne chiese l’estradizione, che venne negata dal governo italiano. Il maresciallo di Mussolini fu condannato a 19 anni di reclusione, ma rimase in carcere solo 4 mesi poi si rifugiò nella sua tenuta nell’Agro romano dove morì nel 1955 continuando ad occuparsi di politica.

Fu il presidente onorario del MSI. Ora gli è stato dedicato un Mausoleo ad Affile. Sarebbe paradossale un atteggiamento di ritorsione sui nipoti e pronipoti più severo di quello riservato agli ascendenti fascisti.

Attenzione: inseguendo i fantasmi di ieri finiamo per non vedere quelli di oggi. Il nazifascismo del XXI secolo è saldamente insediato nella stanza dei bottoni del Cremlino.

Gli antifascisti di oggi difendono l’Ucraina come ieri difendevano la causa della Repubblica in Spagna. I fascisti di oggi sono quelli che vogliono un’Europa disarmata e che scambiano la pace con la resa. Sono gli stessi che nel secolo scorso agitavano lo slogan “meglio rossi che morti” e che oggi sentono dire, senza provare il minimo conato di vomito, da Alessandro Orsini che “i bambini possono essere felici anche sotto una dittatura”.

I fascisti di oggi sono quelli che impongono i loro deliri maniacali scopiazzati dai Protocolli dei savi di Sion ed impediscono con la violenza agli altri di esprimere opinioni diverse dalle loro; quelli che vanno in piazza sventolando le bandiere di uno Stato che non esiste perché non vuole esistere ma solo distruggere Israele; quegli studenti talebani che occupano le università contro Israele, con intenti sempre più antisemiti, consapevoli e incuranti di solidarizzare, nei fatti, con le peggiori satrapie del mondo, di stare dalla parte del terrorismo, del fondamentalismo e di una coalizione di tirannie che parte da Mosca, arriva a Teheran, poi a Gaza, a Pechino fino in Corea del Nord.

Fino a prova contraria Giorgia Meloni sta dalla parte giusta: con l’Europa, con l’Occidente e la Nato, per la libertà dell’Ucraina e per il diritto di esistere di Israele. Se ce ne è davvero bisogno, è questa la vera rottura con il suo passato.

E i fatti sono più importanti delle parole. Si faccia caso al motivo addotto da Luciano Canfora per definire Meloni “neo nazista nell’anima”.

Secondo il professore Giorgia merita questo insulto in quanto appoggia i “nazisti” ucraini.

Se è questo il vostro antifascismo, potete tenervelo.

Il 25 aprile parteciperò alla maratona oratoria in difesa di Israele organizzata dalla associazione 7 ottobre, perché sono sicuro che le piazze anziché ricordare il valore di quella Giornata pretenderanno di paragonare il terrorismo di Hamas a quella Resistenza da cui è nata la Costituzione. Un’idea di resistenza che hanno non hanno mai voluto riconoscere al popolo ucraino ."

- SprayNews - Monica Macchioni

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